Perché la consapevolezza cessa durante il sonno? – Risposte di Francis – 34

Francis Lucille

Caro Francis,…recentemente, la mia mente filosofica mi ha assillato con due interrogativi riguardanti la natura non duale della realtà.

  1. Se la nostra vera natura è pura Consapevolezza impersonale che semplicemente guarda la commedia della mente, ed il nostro errore, in questa vita, sta nell’identificazione troppo stretta della nostra consapevolezza con l’organismo mente-corpo, allora dovrebbe essere ragionevole il fatto che, durante il sonno, la pura consapevolezza rimanga, mentre il cervello, con tutti i suoi pensieri, emozioni e percezioni sensoriali, va in vacanza. Ma questo non è ciò che osserviamo. Durante il sonno perdiamo coscienza, esattamente come la scienza tradizionale sosterrebbe, se la nostra coscienza fosse nient’altro che il sottoprodotto dei neuroni ed una sofisticata zuppa di reazioni chimiche nel cervello. La mia domanda è: “Perché la consapevolezza, che è la nostra natura senza fine, cessa durante il sonno del cervello (a parte i sogni)?”. Perché non ricordiamo uno stato di pura consapevolezza rilassata, quando ci svegliamo, al mattino, all’ottuso fardello del mondo illusorio? Perché questa lacuna nella consapevolezza?

  2. Se la nostra origine è il puro oceano di coscienza immanifesta, allora come ha potuto, la pura coscienza, “decidere” di creare il mondo fisico, il “mondo relativo”? La pura consapevolezza semplicemente E’, non pensa o sente (sensazioni), solo il cervello fisico (che è ciò che noi NON siamo) lo fa. Questa consapevolezza deve aver avuto il pensiero, l’idea di dividere se stessa per creare il mondo relativo da quello assoluto. Com’è possibile che abbia potuto avere una “idea” o un “pensiero?”. Soprattutto, la Coscienza è completa ed è perfetto amore in se stessa e con se stessa. L’idea di creare qualcosa di diverso implica un volere ed il volere implica la mancanza di qualcosa. Anche questo non ha senso. Certo, si potrebbe sostenere che la Consapevolezza ha voluto vedere se stessa, attraverso gli occhi della dualità, per poter sperimentare qualche concetto di se stessa come “più di Uno”, ma com’è sorto questo concetto senza un cervello? Grazie per il tuo tempo e Dio ti benedica. Nate

  1. Tu dici “ Se la nostra natura è pura Consapevolezza impersonale….. allora dovrebbe essere ragionevole il fatto che, durante il sonno, la pura consapevolezza rimanga, mentre il cervello…. va in vacanza” Si, assolutamente. Poi aggiungi: “Ma questo non è ciò che osserviamo”. Cosa intendi? Vuoi dire che il cervello non si prende una vacanza e tu continui ad osservare l’attività cerebrale? Oppure intendi dire che la consapevolezza non rimane e che tu osservi l’assenza di consapevolezza? In entrambi i casi la consapevolezza rimane, poiché osserva l’attività mentale nel primo caso e l’assenza di consapevolezza nel secondo. E’ impossibile “osservare” l’assenza di consapevolezza durante il sonno profondo, poiché questa “osservazione” richiede la presenza della consapevolezza. Quindi, ciò che osserviamo, o sono percezioni residue che non lasciano tracce nella memoria, oppure è l’assenza di percezioni, che è essa stessa una percezione o la consapevolezza stessa. Alla fine, quando dici che la consapevolezza cessa, non è vero, poiché la consapevolezza è la tua incessante esperienza. Ciò che cessa è la consapevolezza degli oggetti e non perché cessi la consapevolezza ma perché gli oggetti vanno e vengono.

Quando ci svegliamo al mattino, non ricordiamo uno stato di pura consapevolezza rilassata perché possiamo memorizzare solo oggetti: pensieri, percezioni sensoriali e sensazioni corporee. La consapevolezza non può essere memorizzata. Se ne cerchiamo la memoria nel campo delle percezioni non la troviamo, perché la stiamo cercando nella direzione sbagliata. Tuttavia se, appena svegli, invece di restare immediatamente ipnotizzati dagli oggetti dello stato di veglia, che sembrano improvvisamente assalirti da tutti i lati, tu li accogli con benevole indifferenza, noterai che un residuo di quella pace, che prevaleva durante il sonno profondo, è ancora presente nello sfondo e come sfondo delle tue percezioni.

Ne consegue che il vuoto nella consapevolezza, di cui parli, esiste solo nella tua immaginazione, in pratica nella tua consapevolezza, non nella tua esperienza. E poiché tu sei l’unico che potrebbe sperimentarla, essa semplicemente non esiste.

  1. La mia definizione di consapevolezza è: “Ciò che è consapevole”. Tu dici: “La pura consapevolezza semplicemente E’, non pensa o sente (sensazioni), solo il cervello fisico (che è ciò che noi NON siamo) lo fa”. Nel mio caso, Io sono quella consapevolezza che è consapevole dei miei pensieri, sensazioni e percezioni. Se tu intendi che la consapevolezza di cui parli non è quella che è consapevole dei tuoi pensieri e percezioni allora tu ed Io stiamo usando questa parola con due diversi significati ed io non ho idea di ciò che intendi per consapevolezza o della tua esperienza di essa. La mia esperienza comprende i pensieri, le sensazioni, le percezioni sensoriali e la consapevolezza di cui parlo. Fine. Niente di più, niente di meno. La consapevolezza di cui parli, a quale di queste quattro categorie appartiene?

Quando dici che il cervello pensa e sente (sensazioni), cosa intendi? Parli della tua esperienza o dell’esperienza di qualche scienziato che ha messo in relazione segnali elettrici nel cervello (il cervello che “funziona”) con pensieri e sensazioni concomitanti (della mente pensante) riferiti dai pazienti sottoposti a quell’esperimento? Il fatto che ci sia correlazione fra “attività cerebrale” e pensare non implica che il cervello pensi e tantomeno che la mente “sia cerebralmente attiva”. Il pensare e l’ “attività cerebrale”, potrebbero avere una causa comune, che potrebbe spiegare le correlazioni che osserviamo tra cervello e mente. Anche se affermiamo che il cervello pensa, guardare al cervello come ad un sistema fisico isolato e locale è un’ipotesi che, dal punto di vista della Fisica, non sta in piedi. Giungiamo alla conclusione che è l’intero universo o, perlomeno, il sistema solare che pensa, poiché le condizioni meteorologiche, per esempio, influenzano i nostri pensieri.

Tu chiedi: ” Com’è possibile che la consapevolezza abbia un’idea o un pensiero?” Bene, questa stessa domanda è un pensiero della consapevolezza e questo prova che essa ha la capacità di pensare semplicemente facendolo.

Tu dici “L’idea di creare implica la mancanza di qualcosa”.

Cosa dire della celebrazione creativa? Sei felice e quindi vuoi cantare o fare musica. La creazione artistica celebrativa non viene da un senso di mancanza ma di pienezza. E’ una gioia traboccante.

Cordiali saluti,

Francis

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