Le altre persone sono reali? – Risposte di Francis – 107

Francis Lucille

Luogo: California del Nord

Ciao Francis, la scorsa notte ho invitato il Re* e ho cercato l’ “Io”. Ciò che è diventato chiaro è che l’ “Io” non è localizzato in questo corpo. Il corpo è diventato irreale e tutto ciò che c’era era “me”. Il pensiero stava accadendo. Quel che era “me” si nasconde dentro al corpo, o così sembra, mostrandosi come una persona pensante. In quanto “me” fuori dal corpo, le cose sembravano accadere di fronte a me e dentro di me, come se si stesse svolgendo una recita in cui “Io” sono sia il teatro che il regista. Ogni altra cosa, attori, scene, dialoghi, sembrava essere evocata fuori dalla mia immaginazione. Quando il corpo fisico ha aperto di nuovo gli occhi, la consapevolezza sembrava essere ritornata nel corpo, così come lo era prima. Ora mi sento come una principiante assoluta, con tante nuove domande. Le altre persone sono reali? Voglio dire, devo necessariamente essere io che parlo a me stessa, giusto? Questo è ciò che dicono gli insegnanti ma in questo modo è come se la mia testa volesse esplodere, ed anche questo lo dicono gli insegnanti e cioè che l’intera faccenda non può essere compresa dalla mente. Sento molta confusione. Grazie per il tuo aiuto.

Cara Claudia

Spiacente per il ritardo nella risposta.

Tu hai fatto due domande:

  1. Le altre persone sono reali?

L’aggettivo “reale” ha vari significati.

Nella nostra cultura materialista esso significa spesso “fatto di materia”. La tua domanda quindi diventa “le altre persone sono fatte di materia?”. Se per “altre persone” tu intendi corpi fisici, la risposta alla tua domanda è sì; se tu intendi “altre menti” o “altre coscienze”, la risposta è no, per quel che sappiamo.

Tuttavia, se “reale” significa “fatto di materia” allora c’è un problema: noi non sappiamo che cos’è la materia ma semplicemente crediamo di saperlo. Ecco come succede: (quasi) tutti coloro che non sono dei fisici credono che lui/lei sappia più o meno che cosa sia la materia e che ci sia un ramo della Scienza, la Fisica, che si occupa di questo ambito e che ci sono dei fisici che conoscono molto meglio ed in grande dettaglio che cos’è la materia. Sfortunatamente, quando ci rechiamo presso il dipartimento di Fisica e chiediamo alle persone del dipartimento, oppure quando diventiamo una di loro, ci rendiamo conto che non sappiamo affatto cosa sia la materia. Impariamo molto sul come essa sembra comportarsi in alcune circostanze precise, ad una certa scala, subatomica, umana, extragalattica e sulle leggi che governano questo comportamento ma non impariamo mai che cosa essa sia realmente. I fisici non sanno cosa sia la materia. O se lo sanno devono riferirsi ad una realtà, ad una “sostanza” che sia precedente alla materia-energia su cui conducono delle misurazioni. Dopo aver fatto una deviazione attraverso il dipartimento di Fisica ed aver avuto una lezione di umiltà, dobbiamo riconoscere la triste verità: la parola “reale”, quando viene considerata nel suo significato suddetto, è … senza significato. Questa diversione non è quel fallimento che sembra essere a prima vista, poiché ha ripulito la nostra visione della realtà dalla sua dipendenza dalla materia.

Ritornando dal vicolo cieco del materialismo, nella nostra ricerca della realtà dobbiamo prendere un strada nuova. Questa volta facciamo una deviazione nel campo dell’illusione poiché, se comprendiamo che cos’è l’illusione, arriveremo più vicini alla realtà, essendo quest’ultima ciò che non è un’illusione. Come riconosciamo un’illusione? Come so che quel biglietto da 100 dollari che qualcuno mi ha dato durante il sogno era un’illusione? Guardando adesso nelle mie tasche, dove pensavo di averlo messo, senza trovarlo. Quel biglietto è scomparso assolutamente, intendendo per “assolutamente” che non c’è alcun posto in questo mondo in cui esso potrebbe trovarsi. Perciò “illusorio” si riferisce a ciò che può scomparire in modo assoluto e, come corollario, “reale” si riferisce a ciò che non scompare mai. L’elemento di realtà di qualcosa è quella parte, del qualcosa, che è sempre presente. Noi abbiamo questa profonda intuizione secondo la quale, dietro ai fenomeni che mutano continuamente, c’è questa realtà sempre presente. Il problema è che vediamo noi stessi e gli altri come separati e distinti da questa realtà, come “meno reali” di questa realtà, come fenomeni.

Se noi cerchiamo il vero “Io”, l’unico che abbia importanza, quello che noi siamo veramente, scopriremo che siamo precisamente questa realtà sempre presente e che, in quanto realtà, le altre persone sono tanto reali quanto lo siamo noi.

  1. Voglio dire, devo necessariamente essere io che parlo con me stessa, giusto?

Si.

Con amore,

Francis.

  1. ”ho invitato il re” è una citazione da un libro di Francis.

  2. l’incoerenza nei tempi verbali è fedele all’originale.

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